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Vivere con il "cuor contento".

Pedalando si impara.

“Ma dove vai bellezza in bicicletta,
così di fretta pedalando con ardor. […]
Ma dove vai con i capelli al vento,
col cuor contento e col sorriso incantator.”


Tutti ricordano i versi cantati dal Trio Lescano o dal Quartetto Cetra: le "canzonette" allegre di quel periodo, la spensieratezza nei testi, il “cuor contento” la faceva da padrone, in quegli anni. Ma cosa significa “cuor contento”? Avete mai pensato al significato di queste due parole? L'interpretazione, assolutamente personale, che ho dato io al “cuor contento” non è quella di un semplice stato d'animo. Credo più che sia uno stile di vita: con il cuore leggero. La rappresentazione, attraverso i fatti e le sensazioni, dello “star bene”.
Ma come si fa, a star bene? Siamo in un momento storico che ha bisogno di bellezza, per stare bene. Serve a tutti noi un po' di benessere. E chi impara a vivere cercando e facendo bellezza, per me vince in partenza.
La bellezza oggi si trova in moltissime cose, basta avere gli occhi allenati e il cuore “aperto”. Viviamo in un periodo dove la sensibilità è nascosta da strati di maschere, che siamo convinti servano al “debutto in società” e al mantenimento dello status sociale. Ma riflettiamoci un momento. Siamo sicuri che non ci sia proprio nient'altro oltre alle apparenze?
La sensibilità va scoperta, coltivata. Ma, come la bellezza, si trova dentro ad ognuno di noi.
Ora abbiamo la sensibilità e sappiamo guardare oltre, doti necessarie per vedere la bellezza. Ma da qui a trasformarla in uno “stile di vita” la strada è lunga. Per percorrerla insieme, vi racconto di un gruppo di ragazzi di Mestre, di un sogno nel cassetto e della storia di chi ha davvero imparato a vivere “con il cuor contento” e affronta la vita coi capelli al vento: partite con noi, in bicicletta ovviamente.

L'idea nasce da Milo e Isotta, in seguito a una forte passione per le biciclette: a lei piace l'idea della bicicletta, la sensazione, la magia dell'essere totalmente indipendente, di viaggiare e muoversi in autonomia. Lui adora la meccanica, la precisione nella costruzione, il funzionamento. Viaggiano in Europa, guardano il mondo con occhi diversi, percepiscono la leggerezza, il bello di poter vivere in bici. La bicicletta come strumento primario per muoversi, portare in giro i bambini, andare a lavorare e perché no, lavorare effettivamente, in sella ad una bicicletta. … Presto si rendono conto che non esiste, in Italia, un luogo in cui si fa cultura della bicicletta. Isotta al telefono mi racconta che “L'Italia è la madre della bicicletta e tutto in Europa si muove in bici. E'ingiusto che proprio in Italia non ci sia questa cultura.” - Continua “Qui c'è stata una regressione, non ci sono nemmeno le piste ciclabili… per questo abbiamo deciso di lavorare quotidianamente, per diffondere la cultura della bicicletta.
L'idea diventa una questione etica, di sostenibilità, un principio morale, una scelta di vita, da trasmettere a quante più persone possibili. Nella pagina Facebook dell'associazione mestrina Pedalia si legge: “Pedalia è un'associazione nascente di giovani menti pedalanti con la passione per la bicicletta. Nasce dal desiderio comune di vivere bene e secondo natura. Il nostro obbiettivo è una società che si muove in bicicletta, che si pensi in bicicletta e che quindi risulti più pulita e pacifica, più bella e felice.”

Pedalia svolge a tutti gli effetti un servizio utile, per la comunità di Mestre.
In bicicletta, sostengono i ragazzi dell'associazione, si può fare di tutto: ci occupiamo di traslochi grazie alla ciclotta e di servizi per eventi, di consegne di vario genere, grazie all'alpacargo, che ha un pianale modificabile, capace di contenere 200 litri… questa bicicletta - dice Isotta "è fondamentale per la ciclologistica. In pratica sostituiamo i furgoni con le biciclette” .

Pedalia si occupa anche di volantinaggio e distribuzione, di di baby-sitting e trasporto di bambini in cargo, svolgendo una funzione “educativa”, dove il bambino, che può godersi l'aria aperta e pomeriggi trascorsi in modo sano, impara non solo a socializzare, ma anche a compiere scelte in autonomia, condividendo regole ed esperienze con altri bambini dai 3 ai 6 anni.
Queste sono solo alcune delle attività svolte dall'associazione. In giorni specifici è aperta anche l'officina sociale. Prenoti, vai nella sede di Pedalia e ripari o costruisci la tua bicicletta, con i componenti (tutti tassativamente di recupero!) che puoi prendere dall'associazione. Non si deve dimenticare la cinecicletta, una bici-cinema, che può proiettare film e si rivela utile negli eventi artistici e culturali.

“Pedalia è nata tre anni fa, in un garage. Poi è cresciuta, diventando un'associazione. - "C'è stato il passaparola, poi ci vedono, con queste strane biciclette… e in questo modo, anche grazie ai servizi che svolgiamo, siamo arrivati a più di 400 iscritti.” - Isotta mi racconta che il progetto è assolutamente autofinanziato e ci sono volontari che lavorano ogni giorno, per portare Pedalia al livello successivo, perché se si sogna, bisogna farlo in grande.

I servizi di Pedalia non finiscono qui… si realizzano gite in bicicletta alla scoperta del territorio, mirate alla divulgazione e alla conoscenza delle realtà sostenibili che ne fanno parte… citiamo tra le tante proposte Venezia a Pedali, che prevede visite agli orti sociali e non solo, per scoprire insieme il cibo sano e uno stile di vita che fa bene al fisico e all'economia locale.

Chiedo a Isotta che rapporto c'è tra l'arte e Pedalia: “Pedalia e l'arte…" si ferma un attimo e poi riprende a parlare, trasmettendomi l'amore che prova per quello che fanno ogni giorno in Pedalia :"per noi l'arte è la bici, quando tu fai una bici fai arte, crei arte. Tutte le nostre bici non sono mai uguali, facciamo ricerche, per creare sempre qualcosa di nuovo e diverso. È; poesia.

Io e Isotta ci salutiamo, le racconto di quando sono stata a Mestre e ho conosciuto Milo e gli altri ragazzi presenti in associazione, delle foto scattate con occhi pieni di meraviglia. Lei mi saluta, con un pensiero che continua a girarmi in testa: “Ogni giorno cerchiamo di far vedere alla gente che è bello, girare in bici è bello.
Sorrido, penso al senso di libertà, al benessere provato girando, anche solo per poco, alla scoperta di Mestre in bicicletta. Questo per me è il “cuor contento”: vivere bene, godersi ogni minuto del tragitto, ammirare il paesaggio, sentire l'aria sul viso, accordare il respiro e il movimento…vivere la bellezza.

 

Seguite Pedalia e le sue iniziative su Facebook: https://www.facebook.com/associazionepedalia/