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Un "cappello" per salvare l'umanità

La (nuova) "FRONTIERA" dell'arte

" [fron-tiè-ra] sostantivo, femminile
1 Linea, zona di confine di uno stato, dove termina la sua sovranità territoriale"


Così dicono i dizionari, ma da quelle pagine non traspare la tragedia del nostro tempo, non trapela la sofferenza dei tentativi disperati di chi tenta di superarla, delle morti al confine, dei corpi senza nome, delle famiglie separate, o i volti di chi si nasconde sui treni con la speranza di una vita migliore, spesso brutalmente negata per questioni burocratiche.
Una linea immaginaria, disegnata dalla natura, oppure a tavolino, nella spartizione degli stati : il confine ci parla da sempre di questo, di morti, di guerre per un lembo di terra, di potere e di vite schiacciate.
Ogni giorno centinaia di associazioni, volontari e ong si battono contro la disumanità della frontiera e contro le morti che essa genera.
Viene da chiedersi cosa possa fare l'arte contro questi muri reali e mentali: la risposta ce la forniscono i clowns di Circus Sea e i Saltimbanchi senza frontiere, i primi via mare e i secondi via terra.
Con l'obbiettivo di sfidare il crudo nonsense di questa realtà armati solo di risate e dei propri corpi, gli artisti di Circus Sea (nato dall'associazione Altrocirco) propongono un progetto attivo, per fare qualcosa di concreto. Inizialmente l'idea progettuale parte a Volvera (Torino), ma si pensa già a future edizioni in Sicilia, Lazio e Puglia. Lo scopo del progetto è quello di sostenere l'operato di "Mediterranea", che ha deciso di mettere in mare una nave battente bandiera italiana attrezzata per il monitoraggio e il soccorso dei migranti provenienti dal nord Africa, in collaborazione con le operazioni di Open Harms e Sea Watch.

"Circus Sea nasce sulla scia di un altro progetto, Magnitudo Circo, a favore delle popolazioni terremotate –; spiega la responsabile del progetto, Maria Teresa Cesaroni –; Tutto il ricavato, ottenuto con donazioni ‘a cappello', verrà devoluto a MediterraneaL'arte circense si accompagna a 16 interventi sulle migrazioni e ad un cabaret nel quale si esibiranno gli artisti che ci hanno contattati per mettere la loro arte al servizio di questa causa. Sarà presente l'armatore della nave che spiegherà ciò che avviene in mare."

Fortunatamente, gli artisti di Circus Sea non sono soli. Sono numerose le azioni artistiche "al confine" e qui su Buona Strada spesso riportiamo storie di artisti che con le loro performance provano ad alleviare le pene di chi si trova in situazioni difficili e dolorose. Basti pensare al recente articolo che parlava appunto di episodi umanitari e artistici in Syria, oppure ai clown nelle frontiere del Messico. Tutti casi dove l'umanità e l'arte vincono (almeno un pò) su guerre e sofferenze, con l'obiettivo di rendere nullo il termine Frontiera, per mare e per terra.
Proprio sulla "frontiera di terra", ricordiamo il gesto "eroico" nel Monginevro, fra Francia e Italia, in cui gli artisti hanno trasformato il territorio di confine in un palco a cielo aperto, con tanto di parata organizzata dai "Saltimbanchi senza forntiere", che hanno combattuto a suon di arti circensi, cabaret e atti poetici, contro il termine stesso "frontiera".
Riprendendo il manifesto della gran parata al confine: "Se l'arte può superare ogni frontiera, perché non dovrebbero farlo gli uomini?"