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Sità scotè, la città in ascolto.

14 cantautori al servizio della Torino dimenticata.

Che la musica e l'arte siano potenti mezzi per raccontare storie, non c'è dubbio.

Ma cosa succede quando si mettono a disposizione dei quartieri che più hanno bisogno di una ventata di freschezza che dona loro nuovi colori?

Vittorio Randone (22 anni), Giorgio Blanco (21 anni) e Gabriele Druetta (19 anni), sono ragazzi uniti da tre grandi passioni: la musica, il cinema e Torino.
Insieme, decidono di dar vita ad un progetto molto particolare, Sità Scotè, che unisce l'arte al desiderio di fare qualcosa per i quartieri più periferici della città.
Contattano 14 cantautori torinesi: Bianco, Zusanna Koziej, Emanuele Via (Eugenio in via di gioia), Pietro Giay, Letizia Vitali, Lince, Nicolò Piccinni, Claudio Lo Russo (Atlante), Irene Garetto, Francesca Mercurio (Fran e i Pensieri Molesti), Eugenio Cesaro (Eugenio in via di gioia), Artbeat, Chelo e The sweet life society. Tutti gli artisti accolgono con entusiasmo l'iniziativa. 
Vengono formate delle coppie e a ciascuna di queste, si fa conoscere una persona e la sua storia incaricando gli artisti di raccontarla.
Ogni storia è legata a un quartiere periferico, che non sarebbe stato probabilmente preso in considerazione per iniziative artistiche perché poco centrale o degradato.
I quartieri protagonisti sono: Vallette, Nizza Millefonti, San Paolo e Borgo Vittoria, zone suburbane e con un gran bisogno di essere riqualificate, di arte e di cultura.

E così ci ritroviamo catapultati nella storia di Davide, proprietario di una libreria e abile narratore con la passione per le storie, che incontra Eugenio Cesaro e Alberto Bianco e, insieme a loro, crea un ibrido tra la canzone ed il racconto.

O in quella di Diego, di notte barista in un pub, di giorno educatore di strada, che ha riqualificato uno spazio verde dismesso in Borgo Vittoria, Scia 131, per renderlo un ritrovo per giovani disoccupati.

Ha anche costruito al suo interno una biblioteca ed un orto urbano; la sua storia ha trovato voce nella musica di Francesca Mercurio e Nicolò Piccinni.
E ancora, in quella di Roxana, immigrata dal Perù che ha realizzato, tra le mille difficoltà di chi lascia il suo paese nella speranza di una vita migliore, il suo sogno di aprire un ristorante in via Osasco; ce lo raccontano Pietro Giay e Letizia Vitali.

I quartieri di Torino, specialmente quelli della periferia, nascondono tra i ciottoli, una varietà di storie incredibili e che vale la pena raccontare.

Infatti, Sità Scotè non si ferma qui: verranno prodotti un disco ed un documentario, per raccontare al meglio la città in tutte le sue parti.
Perchè Torino ha fame di cultura, di arte, di musica, di storie, non solo in centro.

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