Milano. L'associazione Via Padova Viva si ufficializza appena due mesi fa, ma è da due anni che si rimbocca le maniche ed opera sul territorio che si sviluppa a destra e a sinistra della Padova: 4 km circa di strada abitato da 36,000 persone, 33% delle quali di origine straniera. Da sempre nota come una zona difficile e poco sicura,via Padova è continuamente oggetto di campagne in negativo che ne risaltano le problematiche mirando a fomentare allarmismo e diffidenza. Mentre via Padova è Bella, un agglomerato ricchissimo di culture con la più alta presenza di negozi e negozietti della città è piena associazioni centri culturali e di belle iniziative.
Cosi Federico Candi e Stefano Costa (consiglieri di zona) due anni fa decidono di lanciare tutta un altra campagna mediatica mirata al voler diffondere ciò che c'è di positivo nel quartiere. La pagina FB Via Padova Viva nasce proprio con l'intento di dar voce solo alle belle notizie e iniziative che riguardano via Padova: “Scopo di questa pagina è quello di valorizzare il quartiere” si legge nella dichiarazione degli intenti “vogliamo parlare in positivo del quartiere, convinti che chi dipinge la via Padova e le vie limitrofe come un ghetto invisibile non faccia altro che danneggiare gli abitanti e i commercianti”. La pagina è un successo ed in pochi mesi raggiunge migliaia di adesioni. Cosi si decide di far partire un insieme di incontri per parlare del quartiere e capire cosa sia possibile fare partendo dalla gente che lo abita. Da questi incontri è nata l'idea di formalizzarsi in un associazione, un comitato di quartiere che si compone a contenitore di persone che lavorano insieme, come cittadini di via Padova.
“L'idea da cui nasce l'associazione è di voler lavorare sul quartiere in positivo, avendo chiari alcuni obbiettivi, come il fatto che in via Padova ci vuole un progetto di rigenerazione urbana e sociale complessiva capace di lavorare in concomitanza con i progetti che già esistono”.
In via Padova ci sono già molte associazioni che lavorano sul territorio –; via Padova è una delle zone piu ricche di realtà associative e sociali che operano su fronti differenti- Via Padova Viva ha tra gli intenti quello di metterle tutte in rete, collegarle per far si che tutte le realtà cooperino e collaborino a sostenere e valorizzare un tessuto cittadino del tutto variegato . Si lavora nell'ottica dell'inclusione: tutte le operazioni mirano a mettere in contatto le associazioni per creare un canale di collaborazione e condivisione per un azione che sia il più possibile organica e completa.Non solo come Associazione che sostiene progetti già esistenti, Via Padova Viva si propone come portavoce ufficiale di alcune iniziative proprie sia dal lato culturale che sociale. “Il problema di via Padova” ci dice Stefano- è che manca un ascolto positivo da parte delle istituzioni. Qui, a differenza di altre zone della città le problematiche partono principalmente dall'edilizia e dalle abitazioni che sono private ma di fatto hanno tutte le caratteristiche delle abitazioni popolari su cui però le istituzioni possono intervenire facilmente”. Private ma popolari di fatto, sulle case di via Padova non si puo intervenire facilmente chiamando in causa il Comune: si devono quindi cercare altri canali: “Noi stiamo insistendo sul fatto che anche sulle case private le istituzioni dovrebbero intervenire. Ci sono situazioni di palazzi con 1 milione e mezzo di debito che sono al collasso e che trascinano nell'abbandono anche le zone circostanti”.
Il progetto di creare un DUC (distretto urbano del commercio) che oltre ai commercianti coinvolga anche e cooperative e le associazioni, va nella direzione proprio di creare una sinergia economico-sociale virtuosa capace di coinvolgere anche gli stranieri presenti sul territorio tramite l'inclusione nel progetto degli esercizi commerciali etnici “i negozi ubicati negli stabili possono essere un traino importante per la riqualifica economica del palazzo e si presume che facendo parte di una rete commerciale si possano trasmettere dei valori di qualità... è una responsabilità, che va portata avanti anche dove gli strumenti ufficiali falliscono”.
Dal punto di vista culturale l'associazione ha promosso diverse iniziative a sostegno anche delle realtà esistenti. In collaborazione con la biblioteca di Crescenzago, c'è il progetto di creare degli spazi dedicati al Books Giving dove regalare i libri che andrebbero al macero.
Altri interventi riguardano la riqualificazione del pubblico: il progetto “rigenerazione e riqualificazione di via Padova” coinvolge un gruppo di architetti che lavorano su progetti di riqualificazione. Ad oggi sono stati individuati 13 punti dove fare interventi di spazio pubblico per il recupero di luoghi (piazzette e incroci) da rendere più belli e soprattutto vivibili, vivibili in modo condiviso.
Parlando di condivisione, lo stesso orto condiviso di via Carlo Esterle - in cui mi incontro con Stefano e Marianna per conoscere l'associazione –; fa parte di questi progetti a cui dare sostegno ed è un esempio di riqualifica e cooperazione attiva. Sorto in un luogo d'abbandono oramai adibito a discarica, ora è un punto di riferimento per molti cittadini del quartiere che lo frequentano. Nato dalla forza di volontà di alcuni operatori di Legambiente ora ha un orto sinergico, un giardino lasciato selvatico dove crescono spontaneamente la ginestra, il sambuco, il finocchio, il cardo e un pioppo, le arnie d' artista e poi quelle vere: quest'anno 100 kg di miele. “Non vendiamo, tutto ciò che si produce viene distribuito in quote a chi partecipa lavorando o in cambio di regali o di qualcosa lasciato in offerta” mi spiega il fondatore. Con l'evento “Buono chi Legge” si è organizzato uno scambio di libri con gli ortaggi per creare la biblioteca Verde dell'orto.
“Il mese scorso qui abbiamo fatto un evento con i bambini” mi racconta Marianna che si occupa della sezione cultura dell'associazione “un'animazione per la lettura in collaborazione con biblioteca di Crescenzago: 150 persone e una trentina di bambini partecipanti. A settembre abbiamo in programma una serie di attività anche in lingua per aprirci alle famiglie straniere perché spesso sono realtà difficili da raggiungere –; ce ne sono tante che ci scrivono per richiedere informazioni”.
Il sole cala anche sugli orti di via Padova, la cena cucinata con le verdure dell'orto è finita. Ci si muove per incontrarsi altrove: una riunione. Io ringrazio, saluto e vado via: con una zucchina.