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L’incontro tra estro e paesaggio

Quando a Volano c’era il museo open air creato da Enrico Menegatti. Le sue sculture distrutte e bruciate nove volte. Ma rinasceranno, anche grazie alla protesta spontanea dei cittadini

 

Costruite con i legni spinti dalle onde sulla spiaggia, ‘Nate dal mare', le sculture di Enrico Menegatti, sono state distrutte e bruciate nove volte. Il museo a cielo aperto del lido di Volano, in provincia di Ferrara è andato quasi completamente in fumo, ma prima ha fatto parlare di sè cronache locali e nazionali. E ha generato una protesta spontenea contro chi, tuttora ignoto, ha dato fuoco al bestiario ligneo, minacciato con macabri messaggi l'artista e rischiato di incendiare la pineta. Ma tant'è.

Meta di istagramer, fotografi professionisti e amatoriali, ciclisti, passanti, famiglie e bambini, il museo è stato un tocco di poesia tra mare e pineta. Oggi vive soprattutto nelle immagini, ma tutto rinascerà. Parola di Menegatti. “Presto mi rimetterò al lavoro”, promette. Chi camminava lungo la lingua di sabbia distesa tra Volano e Nazioni incappava nel dinosauro, nei delfini, nel cervo, nella foca, premio speciale “Riva1920” del concorso Penta “Reuse –; Nutrition for Planet”, dedicato alle opere create con materiali di recupero. Un riconoscimento arrivato quasi come una consolazione all'indomani dei tanti episodi di vandalismo nella terra che ospita gran parte del Parco del Delta del Po. E lo promuove come il fiore all'occhiello da visitare.

Ispirato alla land art, conosciuta anche come eco-art, il bestiario ligneo di Menegatti, è nato per divertire, incuriosire, dare lustro alla località balneare. “Le persone mi hanno sempre incoraggiato a costruire le opere e dopo quanto è successo mi hanno spinto a riproporle con manifestazioni di stima e affetto”, racconta l'artista. All'opera fin dalle prime ore del mattino, la presenza di Menegatti è sempre stata un richiamo per chi avverte la necessità di recuperare un dialogo smarrito con i luoghi verdi. Guardare l'artista al lavoro, il suono della risacca in sottofondo e il legno che va prendendo forma, occhi e cuore riscoprono bellezza, ritmo e armonia. Non è poco.

“La land art è un'arte per la natura, con e nella natura”, ha precisato in un'intervista Marcella Danon, fondatrice italiana della scuola di Ecopsicologia. Fatta di opere gigantesce come la cattedrale vegetale di Giuliano Mauri a Lodi o di lavori più semplici come quelli usciti dai tanti laboratori, la earth art non conosce contenitori se non lo spazio aperto nel quale si integra e cambia con il passare delle tempo. La si pratica da soli, in compagnia con la famiglia. Esplosa in America alla fine degli anni '60, ha il pregio di mettere in contatto gli spettatori con la bellezza e buonsenso della natura.

Gli esempi di land art sono tanti da poter riempire pagine e pagine, ma per stare nei limiti di una lettura breve, basta qualche citazione. Si va dalle sculture circolari di Martin Hill al ‘Grande Cretto' di Burri costruito tra l'84 e l'89 in Sicilia, dove sorgeva la città di Gibellina distrutta dal terremoto del '68, passando per il Parco di Pinocchio, realizzato nel '56 come opera collettiva di architetti e artisti italiani tra cui Marco Zanuso e Emilio Greco , al Parco Museo Pagani a Castellanza di Varese, al Giardino dei Tarocchi di Garavicchio in provincia di Grossetto.

Ognuno di questi luoghi racconta il dialogo tra l'uomo e la natura, il primo crea e la seconda accoglie: una relazione speciale, coinvolgente anche per gli spettatori . Anche il Fai (Fondo ambiente italiano) valorizza la land art il cui obiettivo iniziale era concentrare l'attenzione del pubblico sulla natura in momento di grandi trasformazioni sociali ed economiche. L'ecoarte, inizialmente in dura polemica con il sistema artistico istituzionale, è fatta di performance, agisce sul paesaggio, lo modifica, lo manipola, per dargli un nuovo significato a tempo determinato. L'arte non è eterna ma effimera, si degrada con lo scorrere del tempo e ritorna alla natura.

Sun dancer

Il rapporto tra opera e spettatore, spesso assorbito da installazioni di grandi dimensioni, scatena una nuova percezione degli spazi. Succede nei giardini e nel contesto urbano, sulle spiagge e nei boschi ma anche nelle cascine alle porte della città, come è accaduto nel Parco agricolo di Milano sud dove agricoltura biologica e arte sono diventare due facce di un medesino stile di vita. Sempre e comunque partecipato.

Pittura e poesia percorrono lo Stivale
Una sorta di “Cammino di Santiago dell’arte”, dedicato alla condivisione, all’incontro e allo stupore. Claudio Jaccarino, la Compagnia dei Ritratti e i Diari di viaggio: ritraendo le coste e la gente d’Italia.