Tra successo e libertà ha preferito la seconda. Incuriosito dai musicisti in strada, ha scelto di diventarlo a sua volta a quasi 70 anni di età, dopo una lunga carriera da cantantautore, autore e discografico. E' la storia di Umberto Napolitano, tre volte al Festival di Sanremo nel '77 con la canzone “Con te ci sto”, nel '79 con “Bimba mia” e nell'81 con “Mille volte ti amo”. Tre successi della musica leggera che non è stata il suo primo amore, ma la conseguenza mai rinnegata del rifiuto del compromesso. “Scrivevo canzoni di protesta, venivo dall'esperienza del movimento studentesco di Torino, che ho contributo a creare. ‘Chitarre contro la guerra', incisa anche da Carmen Villani, era un testo di protesta sociale, che ha avuto risonanza europea –; racconta –; ma ci si è messa di mezzo la politica, come cantautore mi è stato chiesto di affiliarmi alla sinistra e ho rinunciato. Le idee non vanno manipolate, né usate, ma devono essere lasciate libere di crescere, l'ho sempre pensato. Così sono passato alle canzoni d'amore”.
Ascolta: Chitarre contro la guerra
Non beveva, non fumava, non si drogava. “Non avevo nulla di trasgressivo per fare notizia e di conseguenza pubblicità ai miei dischi, sono stato un po' la disperazione di impresari, manager e case discografiche –; spiega –; sono una persona normale, sposato felicemente con la stessa donna da sempre e profondamente legato alla famiglia”. La sua carriera comincia nella prima metà degli anni ‘60 a Milano, al cabaret di Nebbia, da lì entra nella scuderia di Nanni Ricordi, ma il suo ‘no' alla chiamata politica ne ferma il decollo come cantautore. Inizia a scrivere testi per altri artisti dai Nomadi alla Bertè a Caterina Caselli, che nel '67 a Sanremo, insieme a Sony e Cher, interpreta la sua “Il cammino di ogni speranza”.
Ingaggiato dalla Worner Bros Italia crea alcune hit negli anni '76-'79, poi fonda l'etichetta discografica “Amiamoci”, che va avanti senza problemi fino all''83. Nell''89 torna al vecchio amore e scrive quello che considera una delle sue opere migliori “Al mio caro pianeta terra”, il disco non è stato mai prodotto. “Ho fatto altri lavori di consulenza marketing in giro per il mondo, un'attività che mi piace e proseguo –; racconta –; in fondo ho guadagnato molto, sia come cantante che come autore, ho sistemato i figli e non ho bisogno di effetti speciali per vivere. La vena creativa è vivace, scrivo e registro canzoni”.
Immutati l'amore per l'ambiente e la sensibilità verso i temi caldi del nostro tempo, il lavoro, la casa, la tutela dei diritti. Le sue produzioni più recenti compaiono sulla pagina FaceBook e su Youtube. Stesse idee e medesima spinta creativa, che nel 2015, per dirne una, lo ha visto autore dell'inno Expo “Un bacio italiano”, brano testimonial di muscolo di grano, il prodotto che ha vinto l'Oscar Green dell'esposizione internazionale. “Continuo perché mi piace e lo faccio con lo stesso spirito con cui ho cominciato –; conclude –; quando ho visto gli artisti in strada al mercato di Chiavari mi sono talmente piaciuti, che ho deciso di sposare la stessa esperienza. Mi sono già proposto, ora mi procurerò la giusta attrezzatura per cominciare. Credo sia un ottimo scambio tra me e il pubblico, è anche l'occasione per suonare con un amico chitarrista e visitare luoghi nuovi”.