Passa al contenuto

La cittadinanza attiva invade Torino.

Buoni modelli per tutti i comuni d’Italia

Sarà perché iniziamo a renderci conto dell'importanza degli spazi condivisi e del valore che ha il territorio che ci circonda. Sarà perché tante persone hanno compreso che la bellezza circostante, che sia dovuta all'arte pubblica o alla “semplice” riqualifica di alcune zone, può davvero cambiare in meglio non solo le città, ma anche la qualità della vita con cui le viviamo.

In tutta Italia, da nord a sud, sempre più cittadini diventano attivi e partecipano alla bonifica, spesso autogestita, delle zone più malmesse e delle aree più “bisognose” di bellezza

Abbiamo parlato dei parchi di Milano e Mestre, delle strade di Roma invase da sculture nei viali sui tronchi degli alberi... e ora raccontiamo di Torino. 

Torino ci ha sempre ricordato una città con un'alta concentrazione artistica, a partire dagli street artist con le loro opere sui muri, fino al vasto numero di artisti di strada che praticano ad ogni angolo della città, dai semafori di Mirafiori sud, alle zone patinate del centro cittadino. 

Ma sta succedendo qualcosa in città: due casi, in particolare, hanno attirato la nostra attenzione. 

La prima è una storia di cittadinanza attiva, che ha come protagonisti le infermiere del reparto cure palliative dell'ospedale molinette e l'artista Karim Cherif (celebre per aver dipinto le panchine rosse famose in tutta la penisola, come forma di denuncia e opposizione verso la violenza sulle donne). 

Le infermiere del reparto, per sollevare l'umore dei pazienti, hanno contattato l'artista per commissionargli una panchina d'autore, portando colore e bellezza all'interno dell'ospedale.   L'idea era di portare alle persone in cura un messaggio di speranza e di positività, infatti sulla panchina, poi realizzata dall'artista, campeggia la frase: “le cose belle insegnano ad amare la vita, quelle brutte a saperla vivere.” Le infermiere, prima ancora di far cominciare il lavoro a Cherif, si sono dovute scontrare con la dura realtà: di budget, dall'ospedale, non c'è traccia alcuna per la realizzazione di un'opera che possa alleviare le sofferenze dei pazienti. Le donne allora decidono di pagare il lavoro di tasca loro. 

L'artista realizza la panchina, ma una volta venuto a conoscenza che l'opera commissionata sarebbe stata pagata personalmente dalle infermiere, deduce di regalarla al reparto. Ora è in bella mostra all'ospedale e certamente fa spuntare sul viso di chi la guarda un piccolo sorriso. 

Il secondo caso, riguarda invece l'Ordine degli Ingegneri.  

Alcuni di loro, infatti, hanno deciso di mettere a disposizione a titolo gratuito le loro competenze, per sistemare i giardinetti pubblici per i bambini di tutta la città. Nell'intervista fatta a Roberto Amateis, che fa parte  della commissione sicurezza nell'Ordine degli ingegneri di Torino da Repubblica, si legge “Abbiamo le competenze e vogliamo metterle a disposizione per migliorare la nostra città e soprattutto per fare una buona azione nei confronti dei bambini”, 

Roberto e i colleghi hanno pensato di “adottare” le aree gioco della città che hanno bisogno di una riqualifica.  Presentando il progetto  al Comune, di è deciso che stileranno un piano di intervento su alcuni parchi gioco e cercheranno sponsor tra le aziende con cui hanno contatti quotidiani, dirigendo poi i lavori di ristrutturazione.

"Chapeau!" a questi cittadini attivi, che mettono a disposizione tempo, denaro, lavoro e idee per rendere sempre più vivibile la città e portano bellezza intorno a noi.