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L'artista: un servizio all'umanità

La storia di chi ha lasciato la carriera da avvocato per amore del Circo

A sentirla così sembra una storia tratta dalla sceneggiatura per un film hollywoodiano: Avvocato lascia la carriera per il circo. Milano. Un ragazzo giovane, la laurea in giurisprudenza e una carriera da avvocato già avviata. Le giornate che scorrono tra cravatte, caffè e "colletti bianchi", documenti, normative, "paroloni" e legislature. Un ragazzo come tanti, con un futuro in qualche modo già delineato davanti a sè... ma qualcosa in lui è diverso, qualcosa brilla dentro di lui.

Romeo Matteo Zanaboni, così si chiama il nostro giovane protagonista, ha una passione travolgente che non gli dà tregua, è un pensiero costante... e felice. Mentre lavora in un ufficio, pensa al circo contemporaneo. La sera toglie il "colletto bianco" e va per strada vestito da Romeo. Indossa il suo "abito felice" e fa il giocoliere: fa l'artista, è un artista. Al mattino si riparte: sveglia, caffè, ufficio, leggi. Alla sera si torna a vivere la seconda vita, si torna a stupire il pubblico e a nutrire l' anima, sua e di chi lo guarda esibirsi, di una gioia quasi fanciullesca, spontanea, pura.

"Ho avuto" - racconta Romeo - "una fase della vita in cui ho vissuto i due mondi in parallelo: dai 18 fino a 25 anni. Da una parte costruivo una carriera, dall'altra parte affinavo una tecnica che mi interessava molto: giocoleria e performance dal vivo... una dicotomia, una divisione tra sentimento e ragione all'interno della mia anima, mi sentivo con il piede in due scarpe. Cercavo di far bene entrambe le cose, mi esibivo la sera e lavoravo al mattino. Ho capito che avrei potuto cambiare e vivere della mia passione, così ho studiato nelle scuole di circo e ho rinunciato alla carriera legale. Ringrazio il fatto di aver provato la professione legale. Ho una sensibilità nei confronti delle normative molto sviluppata e anche da artista, come in tutte le cose, si rivela molto utile.”

Parlando con lui al telefono capisco subito che è una persona umile, piena di passione per il suo mondo, per la sua arte. Per realizzare il suo sogno Romeo ha lasciato l'Italia, andando contro corrente, non curandosi troppo dei pareri di amici e parenti, con la perseveranza in spalla e la voglia di riuscire. "All'inizio" - continua a raccontare, quando gli domando come hanno preso la notizia i suoi cari - "erano un po' rigidi, poi hanno capito tutti... ma qui bisognerebbe aprire un capitolo diverso, quello che è l'idea dell'artista di circo. Insomma, se fai l'accademia delle Belle Arti diventi un artista e sta bene a tutti, se fai il Conservatorio, allora sei un musicista, è socialmente accettato con più facilità. E Se fai circo? Se fai circo sei uno strano, in italia non c'è ancora la cultura dell'arte di strada. Se ci fosse una scuola superiore di arti circensi al livello del liceo, come in Francia, con 14 ore curricolari di discipline tecniche, allora sarebbe normale anche qui! Probabilmente se ci fosse più sforzo per integrare il circo contemporaneo come displina riconosciuta, anche le famiglie si adatterebbero e sarebbe più semplice fare scelte come la mia”.

Gli chiedo della sua formazione e mi racconta dei suoi studi all'estero, del suo trasferimento ai Caraibi e della sua decisione di dedicarsi a un nuovo progetto, proprio qui, in Italia. La domanda sorge spontanea: "Perchè proprio in Italia?" - "é stata una sfida venire in Italia, ero all'estero e quando ho deciso di aprire un nuovo progetto ho voluto realizzarlo in Italia. Avevo un forte desiderio di ricredermi in merito al fatto che qui non si può fare arte e volevo vedere le reazioni del pubblico italiano. Il pubblico è abituato agli spettacoli, cambia molto da regione a regione. Ad esempio il pubblico romagnolo è più abituato a eventi popolari, gastronomici etc. ma comunque molto sensibile agli spettacoli." - fa una piccola pausa, riflette e riprende a parlare - "In Italia c'è movimento.". Vero, in Italia stanno cambiando molte cose in merito all'arte di strada e al circo contemporaneo. Il fatto stesso che un italiano decida di cambiare la sua vita radicalmente, nel nome dell'amore per l'arte, è un pensiero che lascia il segno.

Romeo è riuscito nel suo sogno, ora vive la sua vita libero dal colletto bianco, vive su quattro ruote, viaggia spesso e si sposta di continuo. Ha aperto il suo circo, Petit Cabaret 1924, una bomboniera in perfetto stile retrò e piena di charme, con cui meraviglia spettatori e passanti e dentro al quale si esibiscono moltissimi artisti, anche di starda.
Quando gli domando cosa gli piace di più della sua "nuova" vita mi risponde così: "La vita di artista da grandi soddisfazioni, ma ogni professione può dare molto. Essere artisti, al di là del percorso formativo, è una necessità di alcuni esseri umani. Ci sono esseri umani predisposti alla comunicazione, attraverso determinati linguaggi artistici. Per me intraprendere questa scelta è sata una vera necessità. La passione era talmente grande nel cuore, che non riuscivo ad essere soddisfatto, mi sentivo quasi inadeguato. Il fatto che il circo sia, per un periodo, nel cuore della città, fa in modo che l'artista diventi il fulcro di una serie di relazioni preziose con i cittadini... e questa è parte fondamentale dell'esperienza.”

Chiudiamo l'intervista con una domanda capace di farci riflettere entrambi sul tema: "Tu come ti definisci?"

Passa qualche istante, giustamente Romeo prende un attimo per sè stesso, per capire cosa rispondermi in maniera accurata e consapevole: "Io sono un artista, prima di tutto, per scelta e per passione. Non mi esibisco solo in scena, ma mi occupo anche di regia e organizzazione, e anche questo è un lavoro creativo. La parola Artista è abusata... ma è l'idea di chi è l'artista che fa la differenza. L'artista ha un ruolo di servizio all'umanità. Deve, dovrebbe rendere servizio mettendosi a disposizione, come un punto di riferimento, quasi come un qualcosa di spirituale. L'artista dona sogni, meraviglie, sorprende… forse sono delle banalità, ma io ci credo. Totò diceva: - Se le mie buffonate servono ad alleviare le loro pene, rendi pure questa mia faccia ancora più ridicola [...]. Lui in questa frase si riferisce al nostro buon protettore degli artisti del circo, dice quasi - non preoccuparti di me… - fai di me strumento nelle tue mani per un maggior benessere e una maggior consapevolezza. L'artista è la vera opera d'arte, non il prodotto della sua creazione.

La nostra chiacchierata si conclude e mi sembra di aver vissuto insieme a lui tutto il suo racconto, una piccola parte della sua vita: alti, bassi, decisioni, passione e poi felicità. La sua storia è stata raccontata anche da Il Corriere della Sera e Repubblica, solo per citare alcune testate che ne hanno parlato. A me resta la parte umana: ho deciso di scrivere di quella, posso ritenermi fortunata. Ho parlato con il vero Romeo, ho parlato con l'uomo che per l'arte ha cambiato completamente vita, ho ascoltato la gioia di chi ama quello che fa... posso dire di aver parlato con l'artista.