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Il Partenone costruito con i libri censurati

Centomila opere raccolte in un'opera pubblica che lotta a colpi di carta stampata

Uno, nessuno e centomila. Proprio centomila sono i libri che l'artista argentina Marta Minujín ha utilizzato per costruire un'opera dalle proporzioni epiche: una fedele riproduzione del Partenone di Atene, simbolo di democrazia, replicato perfettamente in scala 1:1 e costruito in occasione della manifestazione europea d'arte contemporanea Documenta14, nell'anno 2017 a Kassel - Germania. 

La vera particolarità dell'opera è che si tratta di una creazione concettuale, ma anche di una chiamata pubblica, che coinvolge turisti, avventori del festival e cittadini. I libri che aiutano la struttura ad ergersi sono tutti volumi che, nelle diverse epoche storiche, sono stati censurati e messi all'indice dalle diverse dittature. Per questo l'installazione artistica è stata posizionata proprio in Friedrichsplatz, la piazza dove, in epoca nazista, Hitler ordinò il rogo di migliaia di testi da lui ritenuti "degenerati". A dare forma alla creazione sono volumi come 1984 di Orwell, il Decameron di Boccaccio e La Metamorfosi di Kafka, ma anche testi di Voltaire, Einstein, Macchiavelli, Coelho e Carroll, con il suo Alice nel Paese delle Meraviglie. 

Così "Partenón de libros prohibidos" trova la sua origine, grazie ad una profonda riflessione sulla censura. Un lavoro lungo, che in fase di creazione ha incontrato anche la collaborazione di alcune classi studentesche di Kassel. I ragazzi delle scuole hanno infatti aiutato l'artista a selezionare 170 volumi passivi di censura in diversi periodi storici ed in diverse parti del mondo. 

La costruzione, di dimensioni decisamente imponenti - 70 metri di lunghezza per 31 di larghezza e 10 di altezza - è stata eretta grazie ad una vera e propria chiamata pubblica che ha avuto una risposta planetaria: migliaia di libri censurati ora o in passato, sono stati spediti da ogni parte del mondo, per la realizzazione di quella che a tutti gli effetti si può definire un'opera di collaborazione di massa. 

L'opera, è "figlia" di un'idea precedente della Minujín, che aveva già realizzato una creazione simile a Buenos Aires, in scala decisamente ridotta, in occasione del ritorno della democrazia in Argentina nel 1983.

Un lavoro artistico ricco di spunti su cui riflettere, ma anche un messaggio contro la censura e un modo interessante di rendere l'opera partecipata in due momenti diversi: inizialmente con la partecipazione attiva dei cittadini che hanno risposto alla chiamata per la ricerca dei testi; in seconda battuta con la "ri-distribuzione" dei libri censurati al pubblico, in fase di smontaggio dell'installazione. Un Partenone della cultura (non ha caso l'intera struttura è composta da libri provenienti da ogni dove), dove la cultura stessa celebra la sua utilità all'inetrno della società odierna, andando contro alla censura degli ideali e vincendo sul proibizionismo a colpi di parole su carta stampata. 

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