Registrare suoni rari prima che spariscano, catalogarli e salvarli dall'oblio: è questa la missione della Banca del Suono di Cremona.
Lo scopo è la creazione di un database di note, registrate in tutte le possibili variazioni, accessibile via web come servizio aperto e fruibile da tutti.
Non si tratta di una orribile "mutazione" del suono che avviene in un mondo sempre più digitalizzato. In questo caso la tecnologia e l'avanguardia, servono a proteggere, preservare e prolungare per secoli l'eccellenza dell'arte liutaia.
Proprio Cremona, città nota per la produzione artigianale di violini e patrimonio Unesco per la scuola di liuteria, sarà lo sfondo di un progetto storico/culturale di classificazione e catalogazione dei suoni "più importanti del mondo".
Il fatto, di per sè, è già degno di menzione. Ma per la Buona Strada c'è un passaggio importante da mettere in luce, in cui la città si "spegne", per rispetto dell'arte: per permettere questa ardua impresa di archiviazione e conservazione del suono, il Comune di Cremona ha emesso un'ordinanza. Fino al 9 febbraio 2019 le strade del centro saranno chiuse, blindate. Passanti, cittadini e veicoli rimarranno in silenzio, per permettere di registrare al meglio suoni puri, non contaminati dall'inquinamento sonoro della vita urbana.
La creazione di questa "zona cuscinetto" per salvaguardare il suono degli strumenti è stata ripresa da testate giornalistiche di tutto il mondo; ne ha parlato persino il New York Times: "To Save the Sound of a Stradivarius, a Whole City Must Keep Quiet" - per salvare il suono di uno Stradivari, un'intera città dovrà rimanere in silenzio.-
"Siamo l'unica città del mondo a preservare sia gli strumenti che le loro voci. Questo è un progetto straordinario che guarda al futuro e sono certo che gli abitanti di Cremona capiranno che chiudere l'area sia l'unica inevitabile soluzione” - ha detto al New York Times Gianluca Galimberti, sindaco della città e Presidente del Museo del Violino di Cremona.
Un'iniziativa bizzarra, ma non impossibile in un paese come il nostro, ricco di bellezze artistiche e patrimonio culturale.
Il lungimirante sforzo di questa città consapevole del proprio patrimonio artistico permetterà di conservare “la voce” di questi strumenti, mettendola a disposizione di liutai, musicisti, ricercatori nel mondo e consegnandola intatta alle generazioni future, preservando suoni secolari e delicatissimi, destinati in un futuro non lontano a diventare inservibili con il rischio di perdere per sempre la possibilità di ascoltare lo stesso suono che i nostri avi, tra Seicento e Settecento, potevano udire.