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Cento statue guardano il mare d'Irlanda

L'opera pubblica di Antony Gormley che indaga sulla condizione umana

Il cielo si riflette sull'acqua increspata dalle onde, creando un gioco perfetto di colori pastello, che cambiano come in un gigantesco time-lapse.

Il mare riflette quello che succede intorno, onda dopo onda, in continuo movimento e in perenne traformazione, un pò come l'essere umano. Una chiave di lettura per l'opera pubblica dell'artista Antony Gormley, che ha letteralmente invaso il mare inglese,  con cento statue rivolte verso il mare d'Irlanda.

L'installazione permanente, dal nome "Another Place" - un altro posto - si trova sulle coste di Crosby Beach - Liverpool, Inghilterra - ed è costituita da statue in ghisa, alte 1.89 cm l'una, dal peso di 650 Kg.

L'opera è soggetta a innumerevoli mutamenti, ricordando la condizione dell'animo e del corpo umano. Sottile, ma visibile ad un occhio attento, il binomio uomo - natura e individuo - società.

"Il corpo" - racconta l'artista ai giornali - "deve essere usato come linguaggio per comprendere il mondo".

Per realizzare l'opera Gormley ha replicato il proprio corpo con calchi grezzi, che ha sistemato sulla spiaggia e nell'acqua, consapevole che l'installazione avrebbe modificato il suo aspetto attraverso gli agenti atmosferici e la natura, sottolineando l'aspetto più vulnerabile dell'uomo, ma anche la resistenza al tempo e al continuo cambiamento.

Lo spettatore è invitato alla contemplazione e alla riflessione, immedesimandosi nei personaggi posti sul mare, sentendosi attraversato dalle onde, dal tempo, dalla natura e dal mondo. Il pubblico diventa così parte attiva dell'opera, si confronta e si rapporta con le statue, realizzate appositamente senza espressività, affinchè fosse più facile "entrare" nel personaggio e riconoscersi nei cento volti che guardano il mare d'Irlanda. Un bellissimo esempio di opera pubblica, che sa sorprendere, far riflettere ed emozionare.