C'è male e Male. E non sono due facce della stessa medaglia. Il Male, la rivista satirica ispirata al settimanale francese Le Canard enchaîné,
fondata nel '77 da Zac poi diretta da Vincino fino alla chiusura nel 1982, è tornato a vivere nelle parole del regista e blogger Jacopo Fo e del disegnatore e vignettista Beppe Mora, due protagonisti di un manifesto generazionale che riesce ancora far parlare di sé. E' successo in una saletta di Villa Torni di Mogliano Veneto, sede dell'Istituto Costante Gris, dove in un passato non lontano venivano ospitatati disabili gravi senza possibilità economiche. Sotto le arcate bianche della villa il pensiero abbraccia il gioco degli opposti imposti dalla riflessione: il dolore e la risata, la rassegnazione e l'irriverenza, il silenzio e la voglia di raccontare. L'istituto si trasforma da luogo taciuto a punto d'incontro della creatività aperto al pubblico con la complicità delle arti. Poco importa se è successo durante 'Sani da legare', iniziativa dedicata a Dario Fo e Franca Rame, la cosa magica è la godibile vivacità di un luogo che riprende vita. Tra gli alberi del parco il tendone del circo Patuf, presente con lo spettacolo in Alto Mare dedicato ai migranti, che ha ospitato il monologo dell'attualissimo 'Il Ruzzante" di Dario Fo, recitato da Mario Pirovano. Più in là una distesa di selfie di giovanissimi attori in pausa appesi sotto un portico insieme ai disegni degli studenti che ritraggono Franca Rame e il marito, due icone del nostro teatro: il giullare e la drammaturga, attori che hanno fatto la differenza. Infine le parole del e sul Male, una disamina a due voci sulla satira di ieri e quella di oggi. "Allora c'erano bersagli veri e il Male faceva una reale controinformazione, non eravamo eroi - ha spiegato Jacopo Fo - era un momento magico in un'Italia triste". Hanno falsificato tutte le testate dei giornali, preso 167 denunce per oltraggio, sbefeggiato politici che ancora conoscevano la vergogna, sparato titoli tra i più improbabili. "Facevamo inchieste proponendo un'altra visione delle cose", ha ricordato Mora. "Eravamo provocatori, dicevamo cazzate grandiose durante i brain storming - ha incalzato Fo - ci rivolgevamo a un pubblico che non leggeva i giornali ma ne aveva piene le tasche di quanto vedeva intorno". Figuriamoci adesso che la misura è colma. Eppure la satira appare meno incisiva, del resto la realtà supera l'immaginazione e non si può, purtroppo, provare il contrario. "La gente è sedata, non s'incazza più, è chiusa in se stessa", ha rimarcato Mora. Tuttavia Fo si è detto fiducioso. "In Italia ci sono realtà fantistiche del tutto invisibili, ma sono proprio quelle che cambieranno il Paese - ha detto - magari cavalcando la rete e facendo concorrenza alla stessa Rai con mezzi dal grande potenziale e dai costi contenuti". E magari, aggiungiamo noi, restituendo ai cittadini spazi urbani, verdi e vivibili, per condividere una rinnovata vitalità. C'è vita sul pianeta.