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Art in Taxi, l’esercito dei cittadini attivi

Cultura e altruismo viaggiano in taxi

Mi ha sempre incuriosita il mestiere del tassista. Un lavoro spesso duro, la partita iva e le infinite tasse da pagare (come la maggiorparte dei lavoratori in proprio). Orari lunghi in mezzo al traffico delle vie cittadine. Il "popolo dei tassisti” è incredibilmente vasto, in Italia, come nel resto del mondo. Parlando con qualcuno di questi "impavidi guidatori" ho compreso che la loro professione è piena di bellezza: un'infinità di valori aggiunti al mestiere di chi, ogni giorno, è davvero a contatto con i cittadini e conosce la città meglio di tutti gli altri.

Innanzitutto si è a continuo contatto col pubblico: gli autisti delle auto bianche trasportano moltissime persone ogni giorno e quasi sempre si finisce col chiacchierare per l'intera corsa. Del tempo, della salute, dei figli, del lavoro. Ma anche delle vite, delle storie più curiose, dei sogni, dell'arte e della musica. Chi guida un taxi ha la città in mano. Conosce segreti, iniziative, problematiche e spazi urbani. I tassisti sono dotati come di un superpotere: hanno sviluppato occhi capaci di vedere l'anima delle città, quella parte invisibile che spesso si cela sotto la superficie.
Nei posteggi osservano le persone, le piazze. E molti di loro hanno un'anima sensibile e artistica, quel qualcosa in più che fa sì che una corsa in taxi possa diventare un'esperienza piacevole, una di quelle cose che “ti cambiano la giornata”. I casi di tassisti/cittadini attivi sono moltissimi e l'arte fa parte, come la cultura, del loro modo di “aiutare la citta”.

C'è chi allieta i viaggi dei clienti con la musica: sono famosi i casi di Torino e Roma.
A Roma c'è “Duca 40”, diventato anche un fenomeno mediatico e molto social. Con la sua “auto Karaoke”, piena di basi musicali, invita i clienti a cantare e fare stacchetti nei sedili posteriori. Con la sua trovata, ha fatto nascere decine di show metropolitani: da chi intona la melodia 'Figlio della luna', a chi canta Frank Sinatra e Celentano, o ancora gruppi di amici che intonano la soundtrack del film 'Blues Brothers'.

A Torino c'è l'autista Antonio Còrapi, che ha la musica nel cuore. In un'intervista di Repubblica il tassista dichiara: «Quando uno canta e suona, scarica tutte le cattiverie del giorno… è una cosa seria la musica». Ai semafori, a richiesta, tira fuori il quintino, una chitarra con il manico corto e canta. Nel suo repertorio Modugno o Bobby Solo, Gino Paoli, Morandi, Tenco e molti altri. Allora lui si lancia in melodie che risollevano cuore e anima a chi è seduto sul sedile posteriore del suo taxi. Insomma… una suonatina al giorno leva lo stress di torno!

Sempre a Torino i tassisti si stanno organizzando per “Art in taxi”o Arte in Taxi. Sono partiti durante la “fiera del libro”, posizionando locandine culturali all'interno degli abitacoli, per portare messaggi al pubblico. La prima idea messa in pratica è partita da un fotografo, appasionato di Nietzsche. In questo modo sui taxi torinesi si è parlato di filosofia e si è raccontata una storia che ha coinvolto la città di Torino da vicino, essendo stata la “casa” del filoso per diverso tempo.

Tra le ipotesi lanciate inizialmente si è parlato anche di Salgari, altro personaggio di spicco della letteratura e di Nostradamus. La scelta di Nietzsche (nessun riferimento politico, l'intervento è stato scelto per onorare e diffondere la cultura) è stata approvata per l'intervento “pilota”, perchè “più internazionale”. È; nato così "Nietzsche in Taxi", che subito ha ricevuto approvazione e consensi dalla cittadinanza.

Come racconta Ermanno, o nel caso dell'appellativo lavorativo, Parigi 26: “L'associazione va avanti e magari la prossima volta si ascolterà in tutti i taxi che aderiscono all'iniziativa la musica degli Abba. Proponiamo mezzi di ascolto, condivisione e comunicazione per tutti quelli che hanno voglia di raccontare qualcosa. L'idea è quella di ricondurre un rapporto tra le persone, con uno scambio umano e culturale.

Il progetto è ancora in via di sviluppo: si partirà a breve con un'associazione. Al momento i tassisti-volontari sono 33 e l'obiettivo è quello di diventare un mezzo alternativo di
informazione
. Avranno spazio nelle auto bianche locandine di eventi culturali, concerti, opere artistiche, musica, libri. “Micro spazi espositivi”, per favorire dialoghi e riflessioni, un modo di avvicinare le persone alla cultura.

L'ideatore dell'iniziativa è “Il Bretone”, questo il suo soprannome da tassista, Vincenzo Bruno, che definisce il progetto “Arte veicolare in movimento”. - racconta “L'ispirazione è arrivata dal fatto che visitando molte mostre, anche fuori dall'Italia, trovavo poco personale e freddo il concetto di opera e didascalia… ho immaginato arte diffusa, i taxi come contenitori di cultura: art in taxi è un modo per rendere fruibile arte e cultura in maniera veicolare”.

Io personalmente ho viaggiato un giorno con Ermanno. Ermanno è un personaggio particolare e molto piacevole, si vede immediatamente che ha il cuore grande. Una visione anarchica e spensierata, un approccio differente al pubblico e alla comunicazione. Durante la mia corsa mi ha consigliato libri di filosofia, abbiamo acoltato ottima musica e parlato di Andy Warhol. Ermanno vorrebbe trasformare il suo taxi, ricoprendo sedili e interno del tettuccio, con una grande opera d'arte, per stupire i clienti e chiacchierare con loro di cultura, magari spiegando l'opera nei dettagli e facendo un pò di “storia dell'arte” durante la corsa.

Una versione simile dell'idea di Ermanno è in uso in India, attraverso il progetto Taxi Fabric, dove i taxi raccontano attraverso le immagni al loro interno, la storia dell'India.

L'ultima storia che voglio raccontarvi è quella di una tassista fiorentina, un grande esempio di bontà e altruismo. Caterina Bellandi è un motore d'amore e di solidarietà: con il suo taxi allegro e variopinto e il suo abbigliamento eccentrico e vivace, da anni effettua corse gratuite verso l'ospedale Meyer di Firenze, per bambini ammalati di tumore e i loro familiari.

La sua vita come “Zia Caterina”, questo il nome con cui è conosciuta, inizia con il lutto per la morte del suo compagno Stefano, che le lascia il compito di portare avanti il suo taxi “Milano25“.

L'incontro speciale, avvenuto trasportando la famiglia di un bambino affetto da un tumore, porta per la prima volta Caterina all‘Ospedale Pediatrico Meyer. La visita ai reparti la coinvolge tanto, che da quel giorno inizia ad effettuare volontariamente corse gratuite per l'ospedale a favore dei bimbi malati.
Nasce una storia intrisa di vite, dove al dolore si risponde con la forza dell'amore e dei sorrisi. Ai “suoi” bimbi zia Caterina dà soprannomi da supereroi. Superkikko, SuperEvaKant e così via… regalando momenti di serenità, gioco e speranza a chi ne ha bisogno.

I racconti di tassisti che fanno qualcosa per cambiare in meglio la qualità della vita nelle città sono moltissimi. Poeti che regalano versi ai passeggeri, cantanti e persone altruiste, difensori della bellezza, della cultura e dell'amore per la vita.

Dietro a molte “auto bianche” si celano cittadini attivi, desiderosi di fare qualcosa di buono per la comunità. Un vero cuore pulsante che ravviva le arterie delle nostre città, dove, anche se invisibile, il tessuto della Buona Strada diventa sempre più fitto.

Il “ciclo-pianista” che suona in strada
Applausi per Paolo, che porta la sua musica nelle piazze d’Europa trainando il pianoforte in bicicletta.